Beach Rats, scritto e diretto da Eliza Hitttman nel 2017, è un ritratto senza veli di un ragazzo omosessuale e del contesto dei sobborghi poveri dell’America omofoba.
Un film ruvido, crudo, tremendamente onesto e premiato al Sundance come migliore regia. Scene di carta vetrata, pronte a togliere la patina alla vita della classe medio-bassa di immigrati, per lo più irlandesi, nella Brooklyn provinciale e povera, che non ha nulla a che vedere con la zona degli artisti e alternativa. Beach Rats, ovvero “topi da spiaggia” (buona parte delle scene, infatti, sono ambientate tra le onde di Coney Island), ruota attorno alla scoperta della propria omosessualità da parte del giovane protagonista: Frankie, interpretato da Harris Dickinson.
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Prima di addentrarci, per quanto possibile, nell’analisi della pellicola, permettetemi un commento: “Wow”. Questo attore è veramente bravo, tanto che sostiene la telecamera stretta al volto e comunica con piccole espressioni, con gli occhi, con una leggera incrinatura della fronte. E poi: figo da morire. E proprio grazie a Beach Rats fa il suo primo debutto cinematografico, che gli vale la candidatura, nel 2017, a premi importanti come il Gotham Indipendent Film Awards e l’Indipendent Spirits Award. Senza perderci in questi dettagli di carriera, andiamo al sodo. Sodo e carnoso come le sue labbra, occhi azzurri e fisico scolpito. Ah, dimenticavo: classe 1996, inglese. E nel ruolo di Frankie è semplicemente calato a pennello.
Perché? Perché nel contesto in cui vive, omofobo e macista, il suo bel viso e il suo corpo lo possono fare essere un vincente. Quello che ha la donna più carina, Simone (interpretata dalla splendida Madeline Weinstein), quello che può fare il ganzo, il bullo, che non deve chiedere mai. Ma, invece, per una certa contraddizione dentro di sé, qualcosa che non torna, un richiamo allo stesso genere invece che a quello opposto, la vita di questo ragazzo è fatta di una tragedia che si esprime nel silenzio: non può dire a sé stesso, né tanto meno in famiglia o agli amici, dove lo porta il suo cuore. Per questo, oltre ad un ragazzo in conflitto con la propria omosessualità, l’altro protagonista del film è il non-detto, il segreto.
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Già dalle prime scene ci si accorge di quanto poco parlino tra loro i personaggi. E quanto poco Frankie comunichi di sé. Tutto questo è reso dalla regista tramite un’altra mancanza: sono totalmente assenti, infatti, le musiche di sottofondo. Gli unici suoni sono quelli della strada, del treno, dell’oceano, dei respiri e del fruscio dei vestiti.
Il silenzio è anche quello con sé stesso: il ragazzo infatti tace anche dentro di sé la verità e nemmeno con i suoi amanti ammette di essere gay. Dice, piuttosto: “Non so cosa mi piace”. Si protegge, si tutela, si schermisce dal suo stesso desiderio. E, così facendo, cade sempre più in un isolamento sia dagli altri, sia da sé stesso. E qusta è la chiave tragica. Cioè il motivo per cui le cose, verso la fine, vanno sempre peggio.
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Detto in altre parole: per potere rimorchiare deve nascondersi. Per avere ciò che vuole deve agire nell’ombra, nel silenzio e in contesti pericolosi: al buio, tra i cespugli, con uomini più grandi e appena conosciuti in chat. E, a causa del tabù, Frankie non prende responsabilità di ciò che è. Cosa che potrebbe anche renderlo libero e felice, alla ricerca di un rapporto d’affetto con un altro uomo. Invece, proprio a causa della negazione in primo luogo verso sé stesso, il giovane è intrappolato in rapporti di solo sesso, dove il corpo dell’altro è usato solo in quel momento e a quello scopo. Senza riuscire e senza volere costruire alcuna relazione che, peraltro, potrebbe salvarlo dalla solitudine che lo accerchia.
D’altra parte, però, è un adolescente senza gli strumenti giusti per affrontare una tale scoperta di sé, senza una famiglia di appoggio. Il padre, infatti, è malato di cancro, la madre è una donna schiacciata dal dolore e depressa. E Frankie, in tutto questo, se la cava male, ma come può. Sniffando i medicinali che ruba dallo sportello della cucina, cercando di avere rapporti sessuali (deludenti) con quella che vuole presentare come la sua ragazza e provando anche a scoprire di più il suo desiderio tramite le chat.