E’ successo in provincia di Venezia, dove due mamme, per colpa del decreto ministeriale voluto da Salvini, non hanno potuto fare la Carta d’Identità alla loro bambina. Dallo scorso aprile infatti, sui documenti dei minori non è più possibile indicare genitore ma solo “madre” o “padre”. Quindi, grazie a Salvini, sono moltissimi i bambini che rischiano di rimanere senza documenti.
Anna (nome di fantasia) ha due mamme, è nata nel 2012 grazie al seme di un donatore anonimo. La sua mamma biologica si è unita civilmente con la compagna e quest’ultima ha ottenuto l’adozione di Anna grazie ad una sentenza del tribunale di Venezia, che ha sottolineato come le due mamme «costituiscano una coppia con un legame solido e duraturo e come entrambe vivano la relazione con la bambina come quella di un genitore con la propria figlia».
Il mese scorso le due donne si erano recate presso gli uffici comunali per chiedere il rilascio della carta d’identità per la figlia, gli impiegati però non sapendo cosa scrivere nel documento sotto la voce “padre” hanno chiesto chiarimenti al ministero dell’interno, senza ottenere risposta. La situazione è rimasta bloccata fino allo scorso giovedì quando il comune ha consegnato il documento alle due madri. E così all’ufficio anagrafe di Favaro Veneto hanno deciso di dare priorità all’interesse del minore e hanno consegnato ad Anna la sua carta d’identità, senza i termini “padre” e “madre” ma con la dicitura “genitori o chi ne fa le veci”.
Le due mamme sono felici: «La direttiva di Salvini, fatta come un “dispetto” ai gay, in realtà rischiava di danneggiare esclusivamente la nostra bambina», racconta la madre adottiva. «Per fortuna – prosegue la sua compagna – l’amministrazione comunale si è dimostrata più intelligente e aperta di alcuni politici. Ora speriamo che la soluzione adottata da Venezia faccia da apripista. In questo modo, forse anche il Ministero prenderà finalmente atto che esistono le famiglie arcobaleno».