Come forse già saprete lo scorso aprile in Brunei è entrato in vigore un nuovo codice penale basato sulla Shari’a che prevede la pena di morte tramite lapidazione per le persone omosessuali.
Subito sono scoppiate numerose proteste, Amnesty International e l’Onu sono intervenuti chiedendo di fermare subito questa legge mentre personaggi famosi come George Clooney e Elton John hanno lanciato sui social la richiesta di boicottare tutti gli hotel del sultano del Brunei, uno dei leader più ricchi al mondo con un patrimonio di 20 miliardi di dollari.
Sembra che tutte queste proteste abbiano avuto effetto, dato che lo stesso sultano Hassanal Bolkiah durante il discorso per l’inizio del ramadan che si è tenuto domenica 5 maggio, ha annunciato che non estenderà la moratoria sulla pena di morte prevista per gli omosessuali, lo stupro e l’adulterio.
Il sultano ha voluto comunque difendere il nuovo codice penale sostenendo, in una lettera scritta al Parlamento Europeo, che l’efficacia e il “merito” di queste leggi apparirà chiaro a tutti in seguito. Infatti secondo Hassanal Bolkiah la Shari’a non aveva lo scopo di punire i cittadini ma di prevenire che ci fossero i reati.
Prima della Shari’a l’omosessualità era già illegale nello Stato, infatti si rischiavano fino a 10 anni di carcere.