Nel 2015 è stato stabilito che nei documenti d’identità dei minori comparisse la dicitura “genitori” prima dei due nomi e non “madre e padre”; il decreto voluto dal vicepremier Matteo Salvini impone un ritorno al passato riportando “padre e madre” sulla carta di identità valida per l’espatrio. Il risultato di questa decisone viene raccontato a Repubblica da mamma Laura.
«Mi chiamo Laura e mio figlio ora avrà una carta di identità per andare all’estero solo perché io ho mentito e gli ufficiali dell’anagrafe sono stati comprensivi. Per colpa della norma voluta da Matteo Salvini io non sono più la mamma di Edoardo, il bambino che ho partorito quattro anni fa. Perché mio figlio avesse documenti con sopra il nome dei suoi due genitori che lo hanno desiderato tanto a lungo, ho dovuto dire il falso: così ora sulla sua carta di identità c’è scritto che io sono suo padre, e mia moglie, che lo ha riconosciuto, la madre». Questa è la storia di Laura, la prima mamma ad essere iscritta come “papà” nella carta d’identità del figlio Edoardo.
LEGGI ANCHE: Mamme lesbiche in Italia
Lei, Laura, risulta essere il padre di suo figlio?
«Sì, questa era l’unica soluzione perché Edoardo non fosse un bambino senza documenti, un ragazzino di serie b, da quando è entrato in vigore il nuovo decreto ministeriale. Viene infatti abolito il termine ‘genitori’, come si usava dal 2015, e si obbliga, nelle carte di identità valide per l’espatrio dei minorenni, a indicare in modo specifico i nomi e cognomi di padre e madre».
Come è andata in comune?
«Siamo state sfortunate, avevamo l’appuntamento prenotato da tempo, solo che è capitato il primo giorno in cui è entrato in vigore il decreto voluto da Salvini per fini elettorali».
Come siete state trattate?
«Noi eravamo preoccupate, ma più imbarazzati di noi erano i dipendenti dell’anagrafe che non sapevano bene come fare, come comportarsi. Anche per loro era la prima volta. Ci hanno aiutate, ci hanno capite. Sono stati gentilissimi, comprensivi».
Cosa hanno fatto gli impiegati?
«Hanno semplicemente preso i nostri dati ufficiali registrati dall’anagrafe e li hanno inseriti nei moduli prestampati già previsti con le diciture padre e madre. E così visto che il bambino ha il mio cognome, quando è nato non ero sposata ma mamma single, automaticamente sono finita nella casella padre».
Antonio Decaro, presidente dell’Anci, l’associazione nazionale che riunisce ottomila comuni, precisa di non aver mai sentito padri, madri, nonni, parenti lamentarsi perchè nei documenti c’era scritto “genitori” al posto di “padre e madre”.