«Quel bambino non è figlio di due donne».
Il ministero dell’interno retto dal Ministro Matteo Salvini chiede l’annullamento della trascrizione dell’atto di nascita di un bambino. Succede a Bari, dove vive una coppia di donne unite civilmente, una di nazionalità inglese e una italiana. Le due mamme nel 2017 avevano chiesto, tramite l’Ambasciata Britannica, al Comune di Bari la trascrizione dell’atto di nascita di loro figlio;
Il bambino figlio biologico della mamma inglese era già stato registrato nel Regno Unito come figlio di entrambe le donne e, dopo la procedura di trascrizione, avrebbe quindi avuto anche la cittadinanza italiana.
Il Comune di Bari, non ricevendo nessuna risposta contraria da parte del ministero dell’Interno, iscrive l’atto di nascita ritenendo prevalente l’interesse del minore. Solo alla fine dello scorso anno il Viminale risponde dando parere negativo alla trascrizione. La procura in un primo momento chiede la cancellazione dell’atto ma, una volta accertato l’unione civile tra le due mamme del bambino revoca la richiesta sostenendo che: «il diritto del minore ad avere sempre due genitori, anche dello stesso sesso». Il Viminale ora si oppone, chiedendo la cancellazione dell’atto «Il Comune di Bari, nella qualità di delegato del Governo ma in dissenso dallo stesso e in violazione di ogni legge – ha scritto il coordinatore regionale del partito Andrea Caroppo – ha attestato una circostanza non vera e impossibile, ovvero che un bambino sarebbe nato da due donne. Benissimo, dunque, ha fatto oggi il Ministero dell’Interno ad opporsi a questo capriccio ideologico ai danni di quel bambino: il Tribunale non lo consenta» e ancora « priva il minore di una figura genitoriale (avrebbe due mamme, ma nessun padre) e del diritto alla sua piena identità, genetica e biologica. Quell’atto è contrario all’ordine pubblico, interno e internazionale, e non persegue affatto il migliore interesse del minore che, anche senza trascrizione, avrebbe gli stessi diritti personali. Si tratta di un capriccio meramente ideologico teso a far dire ai documenti già che la realtà rende impossibile. Mi auguro – conclude Caroppo – che il Tribunale di Bari aderisca ai rilievi del Ministero dell’Interno, titolare del potere in questione».
Il Tribunale ora dovrà decidere se ammettere il nuovo ricorso del ministero nonostante la revoca da parte della Procura e, in caso positivo, valuterà la questione nel merito.
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