Nei giorni scorsi è stato presentato il “Partito Gay” con una conferenza stampa tenuta dal portavoce Fabrizio Marrazzo, insieme a Claudia Toscano di Agedo e all’attivista trans Vittorio Tarquini. Il logo del partito richiama proprio i colori della bandiera rainbow e riporta la dicitura “Solidale, ambientalista e liberale”. Marrazzo sogna il parlamento ma il partito potrebbe già concorrere per le amministrative in primavera.
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Alla domanda ‘C’è bisogno di un partito gay?’ Marrazzo risponde:
Nell’ultima manovra finanziaria sono stati definiti incentivi per l’assunzione di giovani e donne, ma nonostante le nostre richieste sono rimaste escluse le persone trans, quando in uno dei suoi Dpcm il premier Conte ha aperto alla possibilità di fare visita ai congiunti la nostra comunità restava esclusa, perché molti di noi spesso non hanno rapporti con i parenti che li hanno rifiutati. Gli studi di EuroMediaResearch ci dicono che la comunità Lgbt è pari al 12,8 per cento della popolazione italiana, allora, un partito come il nostro può ambire a percentuali che vanno dal 6 per cento sino al 15 per cento”.
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In molti hanno commentato la notizia, a partire dal Senatore della Lega Simone Pillon che con un post esprime tutto il suo disaccordo.
Nasce il Partito Gay. Auguri! Con la legge Zan potranno essere contestati o sarà istigazione alla discriminazione punita fino a 6 anni di galera? Si definiscono liberali e vogliono fare politica? Bene, allora fermino la proposta liberticida sull’omofobia.