Il Comune di Bari nel 2017 aveva trascritto l’atto di nascita di un bimbo di tre anni, nato all’estero da una cittadina britannica unita civilmente ad una donna italiana. Il Viminale, tramite l’Avvocatura, ha fatto ricorso in appello contro il decreto del Tribunale di Bari che aveva dichiarato il ministero non legittimato a opporsi alla trascrizione dell’atto di nascita.
Il Ministero aveva contestato la mancanza di un legame di sangue tra il bambino e la madre italiana che renderebbe dunque non valido l’atto di nascita.
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Nel ricorso è infatti scritto: «La trascrizione dell’atto di nascita di un minore che non ha legami di sangue con un italiano è contraria ai principi primari costituzionalmente garantiti quali sono quelli relativi al diritto alla cittadinanza italiana. Il ministero è legittimato ad agire in quanto titolare della competenza in materia di tenuta dei registri dello stato civile», «la situazione di fatto è quella di un bambino nato all’estero da una cittadina di nazionalità britannica al quale è stato attribuito lo status di figlio di una cittadina italiana, con la prima unita civilmente, ma con la quale egli non ha alcun rapporto biologico.L’insussistenza di un rapporto biologico con il genitore italiano impedisce la trascrizione nei registri di stato civile italiani dell’atto di nascita che attribuisce al minore lo status filiationis fondamentale per avere accesso alla cittadinanza italiana».
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«Consentendo tale trascrizione si finisce per attribuire al minore la cittadinanza italiana propria della madre intenzionale, pur non risultando esistere con quest’ultima alcun legame biologico e genetico».
Siamo in attesa di ulteriori sviluppi.