Mahmood, il vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, la prossima settimana parteciperà all’Eurovision 2019 per rappresentare l’Italia.
L’evento si svolgerà in Israele, a Tel Aviv, dove il cantante si è presentato alle prove con febbre e un’infezione alla gola. Durante la conferenza stampa dell’evento, tra le varie domande, è stato chiesto al vincitore di Sanremo un’opinione in merito alle ‘etichette’ utilizzate per descrivere la sessualità delle persone.
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Già qualche mese fa il cantante aveva fatto discutere per un’intervista rilasciata al magazine ‘Vanity Fair’, in cui sosteneva che fare coming out non serve a nulla. Mahmood, rispondendo alla domanda del giornalista, afferma che: «Non vale per tutti, ma sono cresciuto in una società in cui i ragazzi più giovani come me hanno una mentalità aperta sulla sessualità. Ho un sacco di amici e parlando con loro mi dicono che non è un problema. Etichettare qualcuno al giorno d’oggi è come tornare indietro, al passato, perché quando etichetti dividi e crei distanze tra le persone. Io credo nell’unire le persone e nel celebrare le differenze. Credo che le etichette non siano buone per un artista o per chiunque altro».
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E ancora:«Le persone giovani come me hanno una mentalità molto aperta. Sono cresciuto in una società dove i ragazzi hanno una mentalità molto aperta sulla sessualità. Ho molti amici e quando parliamo mi dicono che non è un problema per loro questa cosa. Penso che sia bello perché etichettare è come tornare indietro al passato. Etichettando tu crei delle differenze e delle distanze tra le persone. Dovremmo unire le persone e non dividerle. Le etichette non sono una cosa buona per gli artisti e per chiunque».