Sommerse dagli insulti su Facebook a causa di un bacio. Succede a due studentesse, Martina ed Erika, fidanzate da più di due anni. Le ragazze avevano dato l’autorizzazione a pubblicare una foto di un loro bacio sulla pagina Facebook “Amami per ciò che sono” con la didascalia ” semplicemente amore”.
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Centinaia i commenti omofobi e offensivi. Martina racconta in una lunga intervista a Repubblica: “Abbiamo dato noi l’autorizzazione a pubblicare quella foto già comparsa sui nostri profili.È una pagina carina che ha circa 220 mila follower, non pochi ma nemmeno tantissimi, non ci aspettavamo certo di essere sommerse da oltre 700 messaggi nel giro di due settimane. La metà sono insulti e frasi orribili contro di noi. Dicono che facciamo schifo, che non dovremmo farci vedere. Molti sbandierano la Bibbia per assicurarci che siamo contro natura, persone malate”.
E ancora: “Abbiamo deciso di non far cancellare nemmeno la foto, quei commenti hanno fatto soffrire noi e le nostre famiglie ma non abbiamo intenzione di nasconderci. Faremmo soltanto il loro gioco, perché purtroppo commenti negativi e pregiudizi ci sono sempre. Io ed Erika abbiamo deciso da tempo di raccontare la nostra storia sui social, con le storie di Instagram e Facebook anche per questo, e non ci importa se ci dicono che siamo esibizioniste perché non è vero. Non facciamo nulla di diverso da quello che che fanno molte coppie di giovani innamorati”.
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“Ci accorgiamo degli sguardi di chi ci incrocia per strada se ci teniamo per mano. Una volta eravamo al McDonald’s e ci siamo date un bacio veloce, ricordo di aver visto un padre che ha coperto gli occhi della figlia dicendole non so che cosa, perché non sono riuscita a sentire. Sui social però le persone si sentono più libere di giudicare e diventano più cattive”. “All’inizio stavamo attente, non volevamo farci notare ma tanto i commenti e le occhiatacce arrivavano comunque. Così abbiamo deciso di cambiare strategia. Far capire alla gente che la nostra relazione è identica a quella di chiunque altro è l’unico modo che abbiamo per cambiare le cose. Conoscendoci la gente non può continuare a odiarci”.