Negli ultimi giorni si è tenuta la 34esima sessione del Gruppo di Lavoro della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review – UPR) che ha esaminato lo stato dei diritti umani in Italia. Purtroppo quanto emerso dipinge un quadro molto precario per l’Italia che ha ricevuto ben 306 raccomandazioni. 17 di queste riguardano i diritti umani delle persone LGBTI (nel 2014 erano stato solo 5).
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Come riporta l’Huffpost “la Revisione Periodica Universale è un meccanismo cruciale per garantire che i diritti umani di tutte e tutti, comprese le persone LGBTI, siano rispettati ed è di fondamentale importanza che il governo accetti e implementi al più presto tutte le raccomandazioni concernenti i diritti umani delle persone LGBTI e la creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani indipendente, conformemente ai principi di Parigi. Ringrazio tutti gli Stati che hanno scelto di fare le raccomandazioni all’Italia da noi suggerite”.
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Le raccomandazioni chiedono all’Italia di legiferare in merito a una legge che riconosca entrambi i genitori dello stesso sesso, l’accesso all’istituto dell’adozione per le coppie dello stesso sesso, il divieto di interventi chirurgici cosmetici, non consensuali e normalizzanti sui bambini intersex, una legge contro l’omotransfobia, il rinnovo della strategia nazionale UNAR contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere, un Piano d’Azione Nazionale sui diritti delle persone LGBTI, la protezione delle persone LGBTI dalle discriminazioni, dai discorsi e dai crimini d’odio, l’aumento degli sforzi per garantire l’uguaglianza delle persone LGBTI, la realizzazione di campagne e progetti per la promozione delle pari opportunità per le persone LGBTI, la protezione dei rifugiati LGBTI.