PARTE 2
Per leggere la parte 1 clicca qui
Se stai pensando di adottare un bambino, soprattutto se si tratta di un bambino in età scolare, una delle prime cose che vanno pianificate e gestite con assoluta serietà (possibilmente con un bicchiere di vino in mano accompagnato da un pezzo di formaggio carissimo – è importante ricordarsi di godere di questi raffinati piaceri della vita fintanto che durino pace e tranquillità fra le mura domestiche) è la scelta della scuola che il futuro pargolo frequenterà. Il tema dell’educazione è uno dei tanti che vengono trattati durante il periodo di preparazione che precede l’adozione, ma assume sempre un ruolo secondario rispetto a ció che riguarda la gestione dell’integrazione sociale ed emozionale del bimbo, e come questa si debba adattare al ritmo con il quale si susseguono le varie tappe dell’infanzia.
LEGGI ANCHE: Il prete gay e sposato è tornato a Verona a celebrare la messa
LEGGI ANCHE: Formia: coppia gay insultata e minacciata di morte dai vicini di casa
Come futuri genitori di un bimbo in età scolare, é importante tener presente che non si avranno a disposizione i classici 3 o 4 anni che i genitori naturali usano per chiarirsi le idee sull’offerta formativa più adeguata per la loro progenie. È per questo che, verso la fine del nostro percorso di valutazione, abbiamo considerato opportuno iniziare a visitare le scuole del vicinato per evitare di essere colti alla sprovvista. Sfortunatamente, la scuola più vicina aveva tutta l’aria di essere appena uscita dal set di Pensieri Pericolosi o (un sorso di thé e un respiro profondo…) di Sister Act 2. Abbiamo ampliato il raggio di ricerca, e seguendo le indicazioni dell’Ofsted Report (catalogo delle scuole della Gran Bretagna, accompagnate da una valutazione officiale su qualità ed offerta formativa) ci siamo diretti verso quella che sembrava essere la migliore scuola a meno di 10 minuti di macchina da casa nostra. Con i nervi a fior di pelle ho quindi chiamato la scuola chiedendo di poter parlare con il direttore, Mr. Fitzherbert (sono stato tentassimo di rivolgermi a lui come Signor Pervertito delle Tette: grazie Bridget Jones). Come potrete vedere, la conversazione non è stata particolarmente incoraggiante.
B: “Buon giorno. Io e il mio compagno stiamo per adottare due bambini. Sarebbe possibile prendere un appuntamento per poter venire a visitare la scuola?”
Mr. F: “Dove ha trovato il mio numero?”
B: “Nella pagina web della scuola…sto parlando con il Signor Fitzherbert, giusto?”
Mr. F: “Si. Non abbiamo posti disponibili.”
B: “Oh, davvero? Al comune e al Dipartimento di Educazione ci hanno detto che c’erano due posti liberi.”
Mr. F: “No, al momento siamo al completo. Di dove ha detto che siete?”
B: “Viviamo a [nome del paesino a pochi km dalla scuola]. È sicuro che non ci siano posti liberi? La sua segretaria sembrava abbastanza sicura che sarebbe stato molto felice di farci visitare la scuola.”
Mr.F: ”Vivete fuori dalla circoscrizione di questa scuola. Provate con un’altra.”
Fine della conversazione.
LEGGI ANCHE: Digressioni di un neo-babbo. La storia di due papà.
Dopo aver cercato su Google se la faccia del Signor Pervertito delle Tette rappresentasse bene la pessima educazione dimostrata al telefono (e la risposta è affermativa), abbiamo concordato che la scuola, seppur con ottima reputazione, non ci avrebbe dato quell’ambiente sereno ed accogliente che cercavamo per i nostri bimbi (casualmente, qualche settimana dopo, Mr. F è diventato notizia in tutti i mezzi di comunicazione nazionali a causa del suo volo ai Caraibi nel bel mezzo dell’anno scolastico).
Una digressione. Fortunatamente siamo riusciti a trovare la scuola perfetta in un pittoresco paesino vicino al nostro, e sin dal primo momento siamo stati accolti con grande gentilezza e comprensione: risulta infatti abbastanza bizzarro far visitare una scuola ad una coppia futuri genitori che non solo non hanno ancora dei figli, ma ne ignorano sia i nomi che le date di nascita. Il giovane preside ha inoltre ascoltato la nostra storia con estrema attenzione, ed è stato rassicurante sentirgli dire che non saremmo stati la prima coppia di genitori adottivi della scuola, né tantomeno la prima coppia di genitori omosessuali. Mi han fatto fare un tour della scuola che mi ha lasciato letteralmente stupefatto: al vedere una classe di bambini fra i 4 e i 5 anni che, mascherati da IT, stavano imparando a disegnare un mulino a vento con Photoshop, e mi salutavano sorridenti mentre passavo accanto a loro, mi si è letteralmente sciolto il cuore.
La visita si è conclusa con una rapida richiesta di iscrizione per l’anno scolastico già iniziato, la cui conferma di accettazione ci è stata recapitata la settimana stessa.
SOLLIEVO
Cose a cui pensare quando si sta pensando di adottare un bimbo in età scolare:
– Cercate di trovare una scuola che possa garantire il miglior inizio possibile, sapendo che i bimbi sotto le cure dei servizi sociali possono frequentare tutte le scuole del Paese, senza limitarsi alla circoscrizione che gli corrisponderebbe. Se la scuola raccomandata dall’Ofster Report non gode di una buona reputazione, andate a cercarne un’altra.
– Bimbi e bimbe adottati possono ottenere la Pupil Premium, una sovvenzione che la scuola riceve e che sará devoluta solo ed esclusivamente al fine di ottimizzare il processo di integrazione del bambino nella sua nuova realtà.
– Le pene che per legge vengono applicate per combattere l’abbandono scolare non si applicano nel caso di bimbi e bimbe adottati. Si antepone il loro corretto inserimento sociale ed emozionale, ammettendo periodi di pausa dall’attività scolastica se lo si considera opportuno.