Oggi ricorre la Giornata Mondiale dei Diritti Umani per ricordare che il 10 dicembre del 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza», dice il primo articolo.
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Sono passati 71 anni da allora, eppure è noto come troppo spesso i diritti più basilari sono violati a causa di guerre, povertà e abusi. Come riporta lo Human Rights Watch, l’organizzazione non governativa con sede a New York che si occupa della difesa dei diritti umani, siamo ancora lontani dalla realizzazione di quanto auspicato nella carta dei diritti umani, nonostante i progressi fatti fino ad oggi.
Per quanto riguarda i diritti delle persone Lgbt+ bisogna ricordare che sono ben 68 i Paesi in cui ancora i rapporti omosessuali, tra adulti consenzienti, sono puniti per legge. E sono almeno 9 gli Stati che puniscono anche l’espressione di genere non conforme agli usi tradizionali, come ad esempio “l’imitazione dell’altro sesso”. Per farsi un’idea a colpo d’occhio del fenomeno, è utile la mappa dei Paesi che criminalizzano l’omosessualità sul sito dell’Osservatorio per i diritti umani.
Si vede immediatamente come tutta la zona “Sud” del mondo, soprattutto gli stati del continente africano, hanno una legislazione contro i rapporti omosessuali. E se pensiamo che i migranti che arrivano in Italia provengono in buona parte da questi Paesi è facile immaginare come questo possa influire sulle loro vite e sulla loro sessualità. In un articolo precedente (Migranti Lgbt: difficoltà e pericoli) abbiamo approfondito i gravi rischi che si rischiano durante il viaggio e anche nei centri di accoglienza: «Ci sono persone gay che vengono fermate fuori dai centri di accoglienza dai loro stessi connazionali e vengono picchiate perché omosessuali. Se hanno dei documenti in cui è raccontata la loro storia e, quindi, le persecuzioni subite a causa del loro orientamento sessuale, devono nasconderli. I loro stessi compagni di viaggio o del centro potrebbero, infatti, fargli del male visto che provengono da contesti sociali altamente omofobi», aveva dichiarato Nicola Noro di GAGA a Vicenza.
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Ma anche negli Stati Uniti rimangono gli strascichi di vecchie leggi, ora inapplicabili, che vietano i rapporti tra persone dello stesso sesso. Nonostante una sentenza del 2003 della Corte Suprema che le ha dichiarate incostituzionali, nei testi normativi di 11 stati americani si trovano scritte nero su bianco delle norme omofobe. Inapplicate, certo, ma ancora lì, nei libri. Pronte, forse, a rispuntare se qualcosa nella lotta per il riconoscimento dei diritti e delle libertà delle persone Lgbt+ dovesse andare storto. Ecco perché oggi, come 71 anni fa, c’è ancora l’urgenza di affermare che ogni essere umano è libero e con pari dignità e diritti. Oggi, come allora, abbiamo bisogno di ricordarcene.