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Capire il bullismo e le discriminazioni

Le discriminazioni, nelle loro molteplici forme, costituiscono fattori ad alto rischio per il benessere degli individui, soprattutto quando sono subite in modo continuativo.

Queste spesso alimentano il bullismo, un fenomeno pervasivo che continua a essere diffuso nelle scuole di ogni ordine e grado, in Italia e nel mondo.

Il nostro progetto di “Mappatura del Mondo Scolastico Scledense” è nato dal bisogno di evidenziare tutte le forme di discriminazione presenti all’interno delle scuole (bullismo omofobico, razziale, religioso e nei confronti delle disabilità). Il questionario è stato somministrato alle ragazze e ai ragazzi frequentanti le scuole secondarie di 1° e 2° grado della città di Schio (VI) e ai rispettivi genitori e docenti. Lo scopo era quello di comprendere quanto le discriminazioni e il bullismo siano diffusi, oltre a capire le dinamiche che li sottendono. Per fare questo ci siamo avvalsi della consulenza e collaborazione del Dipartimento di Psicologia Clinica dell’Università La Sapienza di Roma.

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Un primo passo per combatterle e rendere le scuole più sicure

Progetto a cura della dott. Maria Rosaria Nappa (1) e del dott. Nicola Nardelli (2)

1 Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione – Sapienza Università di Roma

2 Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica – Sapienza Università di Roma

Introduzione

Le discriminazioni, nelle loro molteplici forme, costituiscono fattori ad alto rischio per il benessere degli individui, soprattutto quando sono subite in modo continuativo. Spesso alimentano il bullismo, un fenomeno pervasivo che continua a essere diffuso nelle scuole di ogni ordine e grado, in Italia e nel mondo.

Come sappiamo grazie alle ricerche di diversi studiosi come Dan Olweus (1993, 1997), Ada Fonzi (1997) ed Ersilia Menesini (2000) il bullismo è caratterizzato dall’intenzionalità, dalla persistenza dei comportamenti aggressivi e dallo squilibrio di potere tra la vittima e il persecutore (o i persecutori). Questo squilibrio di potere spesso rispecchia il contesto socioculturale dove avvengono gli episodi di bullismo, ovvero dove le minoranze (o quelle considerate tali dal gruppo dominante) subiscono pregiudizi e discriminazioni.

Il bullismo omofobico ne è un esempio. Altri bullismi che si nutrono di stereotipi, pregiudizi e discriminazioni sono quelli messi in atto contro i giovani disabili o contro i giovani appartenenti a minoranze etniche o religiose. Analizzando il fenomeno capiamo quindi che un antidoto efficace contro il bullismo, e le discriminazioni in genere, è la promozione di “una cultura delle differenze” attraverso la quale può essere possibile la conoscenza dell’Altro come altro da sé.

Attuare strategie di prevenzione e intervento contro bullismo e discriminazioni è non solo importante ma in primo luogo doveroso in una società attenta non solo alla spesa pubblica – risparmiando sui costi legati ai problemi che ne conseguono – ma innanzitutto al benessere dei suoi cittadini, in particolare al benessere dei giovani di oggi che saranno gli adulti di domani.

Negli anni, la ricerca scientifica ci ha aiutato a capire la portata del problema evidenziando che i bulli corrono rischi piuttosto alti di sviluppare disturbi psicosociali in età adulta. La ricerca ci ha aiutato anche a capire che le vittime di bullismo sono esposte a un rischio più alto di dispersione scolastica, disturbi psicologici e psicosomatici, comportamenti autolesionistici e suicidio (Fisher, Moffitt, Houts, Belsky, Arseneault, Caspi, 2012; Rivers, Poteat, Noret, Ashurst, 2009; Van Geel, Vedder, Tanilon, 2014). Alcuni studiosi hanno evidenziato che il bullismo ha esiti post-traumatici anche a lungo termine (Rivers, 2004, 2011) e hanno accostato le vittime di bullismo alle vittime di abuso infantile (Carlisle, Rofes, 2007). In entrambi i casi, infatti, il perpetratore si serve di una posizione di potere attraverso cui viene violata l’integrità psicologica e spesso anche fisica della vittima che si ritrova impossibilitata a sottrarsi alle vessazioni.

Altri filoni di ricerca evidenziano quanto il bullismo sia un fenomeno in continuo mutamento, una forma di violenza sistematica che assume non solo nuovi contenuti ma soprattutto nuove forme, basti pensare al cyberbullismo. Inoltre il bullismo, soprattutto quando si nutre di stereotipi fortemente condivisi in una data

cultura, come nel caso del bullismo di matrice omofobica o razzista, può essere spesso trascurato, o peggio giustificato, dai pari, dagli insegnanti o dagli adulti di riferimento.

Riprendendo le parole del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, abbiamo tutti un ruolo in quanto genitori, familiari, insegnanti, vicini di casa, dirigenti di comunità, giornalisti, leader religiosi o funzionari pubblici. La cooperazione di tutti noi è indispensabile per garantire il benessere dei giovani e non possiamo esimerci da questa responsabilità.

Questo progetto intende compiere un primo e fondamentale passo per combattere il bullismo e le discriminazioni nelle scuole  attraverso  una fotografia del fenomeno  all’interno  del territorio  scledense.  Si tratterebbe infatti di uno dei primi esempi in Italia di “mappatura” delle dinamiche di discriminazione e violenza scolastica che avvengono in un determinato contesto. In particolare, la raccolta dati proveniente da diverse fonti (insegnanti, studenti, genitori) sarà utilizzata per l’ideazione e la progettazione di interventi ad hoc di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

Obiettivi

  • Conoscere l’incidenza e le forme delle discriminazioni e delle violenze perpetrate in ambito scolastico;
  • Comprendere le dinamiche, osservandone l’evoluzione rispetto ad alcune variabili (per esempio,  genere, età, tipologia di istituto scolastico, ecc.);
  • Individuare i possibili fattori di rischio/protezione (per esempio, ruolo degli insegnanti, clima scolastico, regolamento scolastico);
  • Modellare, in base ai dati raccolti, interventi volti al contrasto della violenza e alla costruzione di ambienti scolastici inclusivi e sani.

Partecipanti

Saranno coinvolti gli istituti scolastici scledensi (IV e V classi delle scuole primarie; scuole secondarie di I grado; scuole secondarie di II grado). Nello specifico parteciperanno:

  • studentesse e studenti;
  • docenti;
  • genitori.

Metodo

In considerazione della letteratura esistente sul tema e degli obiettivi sopra indicati verranno costruiti dei questionari ad hoc per ciascun gruppo di partecipanti (studentesse e studenti, docenti, genitori). Nello specifico, tenendo conto dell’esteso range di età del gruppo studentesse/studenti, verranno create più versioni del questionario in base all’età dei partecipanti.

I questionari rileveranno le seguenti variabili:

  • informazioni socioanagrafiche (genere, età, ecc.);
  • indicatori relativi al clima scolastico (sicurezza percepita a scuola, supporto degli insegnanti, qualità dei rapporti tra pari, politiche scolastiche);
  • discriminazioni a scuola (frequenza e contenuti);
  • bullismo/bullismi (frequenza, luoghi, contenuti, modalità, ruoli);
  • dispersione scolastica;
  • comportamenti a rischio (tra cui: uso di sostanze, dipendenze, autolesionismo, ecc.).

I questionari saranno dei self-report e verranno somministrati in forma anonima e nel rispetto della privacy dei partecipanti. Per i minori verrà chiesto il consenso informato dei genitori. I questionari verranno somministrati in forma cartacea e online (piattaforma Unipark). Verrà privilegiata la somministrazione online nei laboratori di informatica delle singole scuole.

Svolgimento del progetto

Il progetto seguirà le seguenti fasi operative:

  1. Creazione coalizione di progetto: primo contatto con i dirigenti scolastici interessati e condivisione dei tempi e degli obiettivi progettuali.
  2. Individuazione, per ciascuna scuola, dei docenti funzione obiettivo e delle classi da coinvolgere (min. 30% della popolazione scolastica).
  3. Presentazione in plenaria del progetto rivolta a dirigenti scolastici, docenti, studenti, genitori.
  4. Somministrazione dei questionari.
  5. Restituzione dei risultati.

Analisi dei dati e reportistica

I dati raccolti verranno analizzati con l’ausilio di software statistici (SPSS; Statistical Package for Social Sciences) al fine di produrre un report finale contenente statistiche descrittive, analisi correlazionali e della varianza multivariata.

In occasione di una giornata conclusiva del progetto verranno presentati e discussi i risultati. Verranno anche proposti dei modelli di prevenzione e intervento per tutelare il benessere dei giovani.

Sviluppi futuri

I dati raccolti potranno essere utilizzati per l’ideazione e la progettazione di interventi di prevenzione modellati sulle specifiche realtà istituzionali coinvolte. Inoltre potranno essere costruiti dei moduli formativi ad hoc in riferimento ai diversi target inclusi nella ricerca. Alcune ipotesi di intervento:

Formazione personale docente e non docente: informare e sensibilizzare rispetto al bullismo e alla violenza tra pari con particolare riguardo alle problematiche emerse; stimolare le capacità di problem solving attraverso laboratori esperienziali; co-costruzione di una “cassetta degli attrezzi” utile alla gestione delle conflittualità in classe.

Percorsi di peer education rivolti agli studenti: sensibilizzare e rendere partecipi gli studenti nella lotta al bullismo e alle discriminazioni attraverso attività che stimolino la creatività, la comunicazione gruppale e i processi di socializzazione e crescita (per esempio attraverso laboratori teatrali e multimediali).

Incontri con i genitori: affrontare e discutere i temi relativi al bullismo e alle discriminazioni con le famiglie per renderle parti attive nella gestione dei conflitti.